Facciamo chiarezza sugli interventi precoci per bambini con autismo? E’ possibile considerarli qualcosa di diverso dall’A.B.A.?
Negli ultimi anni abbiamo potuto assistere all’avvento di diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) in maniera sempre più precoce. Con la pubblicazione del Modulo Toddler dello strumento di valutazione ADOS (ADOS-2, Hogrefe, 2013) si è potuto somministrare uno strumento diagnostico anche a bambini a partire dai 12 mesi di età. L’indicazione è di utilizzare il Modulo Toddler con bambini piccoli con sospetto di ASD tenendo in considerazione il fatto che le diagnosi nei primi due anni di vita sono meno stabili rispetto a quelle effettuate dai 3 anni in poi.

Diagnosi sempre più precoci hanno portato con sé la necessità di pensare a un riadattamento dell’intervento tipico in autismo, calibrato sul funzionamento tipico del bambino in età prescolare. Gli interventi strutturati (DTT, UCLA, Lovaas, ecc.), considerati fino all’inizio degli anni 2000 interventi d’elezione per l’autismo, sono apparsi sin da subito scarsamente adeguati per rispondere adeguatamente alla nuova popolazione.
Tuttavia, la ricerca (Schreibman, 2005) riconosce i seguenti limiti dell’intervento eccessivamente ed esclusivamente strutturato:
– difficoltà di generalizzazione di nuove abilità a nuovi contesti
– abilità insegnate in “isolamento”, senza interazione tra aree di competenza
– alta frequenza di comportamenti di fuga ed evitamento del compito
– mancanza di spontaneità
– eccessiva dipendenza dell’alunno dal prompt.
Il fallimento di strategie di insegnamento altamente strutturate con bambini molto piccoli ha portato allo sviluppo di modalità di intervento naturalistiche, che prendono oggi il nome di NDBI, Naturalistic Developmental Behavioral Interventions, trattamenti empiricamente validati per ASD, considerati l’integrazione di principi dell’A.B.A. ed elementi di psicologia dello sviluppo.
Tuttavia è importante però non considerare gli interventi naturalistici scissi dall’A.B.A., in quanto si tratta comunque di strategie di intervento basate sul paradigma dell’apprendimento in una cornice comportamentista. La confusione nasce dal considerare l’A.B.A. un intervento esclusivamente strutturato e “a tavolino”, il quale è solamente uno dei tanti errori e pregiudizi che la scienza del comportamento porta con sé. Pertanto strategie comportamentali possono dunque essere applicate per l’insegnamento di abilità in modalità meno strutturate.
Caratteristiche e obiettivi comuni degli NDBI:
– focus sulle prime abilità di comunicazione
– grande attenzione alle abilità sociali (coinvolgimento emotivo, reciprocazione, condivisione)
– iniziativa sociale
– imitazione.
I seguenti sono gli interventi NDBI validati e con un maggior numero di evidenze a supporto:
– ESDM
– JASPER
– PACT
– PRT
– RIT
Nei prossimi articoli saranno approfonditi gli elementi che caratterizzano ciascuno degli interventi naturalistici e precoci elencati.
Interventi naturalistici presso Up Centro Clinico: https://upcentroclinico.it/servizi/analisi-del-comportamento-e-consulenze-a-b-a/
Scritto da Dott. Luca Urbinati
Psicologo, Analista del Comportamento BCBA
lu.urbinati@gmail.com
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Comments (2)
Monica
Grazie molto utile. Sono la mamma di un bambino di 4 anni.
Si può dire dunque che tutti gli interventi naturalistici sono interventi ABA? Grazie
upcentroclinico
Salve Monica.
L’errore sta formalmente nel considerare l’A.B.A. un intervento, al pari di altri. L’Analisi del Comportamento va vista invece come scienza, paradigma che spiega l’apprendimento, in autismo come nello sviluppo regolare.